Olio di palma in Romagna

Pubblicato da Paolo Galletti il

 ( da “Terra”  quotidiano ecologista 18 novembre 2010) 

La centrale elettrica Unigrà  (49,6 MW elettrici) realizzata a Conselice (RA), è un esempio illuminante di ciò che non si deve fare nel campo delle rinnovabili, un esempio di incompetenze e colpe. La centrale, autorizzata nel dicembre 2006, utilizza, per il 50%, olio di palma importato dall’Indonesia. L’olio viene ottenuto dalla coltivazione delle palme previo abbattimento delle foreste tropicali. Una biomassa così ottenuta e trasportata da luoghi così distanti non può essere ritenuta rinnovabile, inoltre, anche volendo tralasciare l’incommensurabile importanza di una foresta, la CO2 liberata nella distruzione delle foreste è di gran lunga più elevata rispetto a quella assorbita dalla coltivazione della palma; in una foresta ogni spazio tende ad essere occupato e la massa vegetale è enormemente superiore. La programmazione territoriale (PTCP) della Provincia non prevede la realizzazione di centrali di dimensioni medio-grandi come questa, ma la Provincia se ne è lavata le mani affermando che il PTCP contiene solo norme di indirizzo, quindi non vincolanti. Per quanto riguarda poi le emissioni, con riferimento ad es. alle polveri fini (PM), i tecnici Arpa hanno autorizzato la centrale ad emettere 2mg/nM di PM, cosa impossibile visto la tecnologia adottata. Infatti, una volta accesi i motori, le emissioni di PM si sono rivelate essere quasi tre volte superiori.

Dato che il Piano Risanamento Qualità  Aria (PRQA) della Provincia prevede che non possa esserci un peggioramento della qualità  dell’aria, la Regione ha imposto, in fase di autorizzazione, come condizione per il funzionamento della Centrale, la realizzazione, entro il 31/10/2009, della logistica e del binario ferroviario, per il trasporto dell’olio dal porto di Ravenna alla Centrale. A tutt’oggi l’azienda non ha nè il contratto con le Ferrovie nè la disponibilità  dei terreni per gli interventi. La Regione, rea di non aver fermato la centrale, ha addirittura poi preso in considerazione la richiesta dell’Unigrà  di aumento delle emissioni (per i PM un aumento di ben 5 volte) e della potenza della Centrale del 20%.

Il recente Piano Energetico Provinciale contempla l’uso delle biomasse solo “in un contesto di filiera corta” e afferma che “l’aggiunta di ulteriori emissioni rispetto alla situazione attuale non è consentita dal PRQA”. A differenza del PTCP, il Piano Energetico contiene norme vincolanti e quindi tutte le scelte fatte al di fuori del fermo della centrale saranno passibili di denuncia penale. La Società  Italiana Pediatria ha sancito che “la prima tappa di un cancro ha luogo nel ventre della madre, quindi allo stato fetale”. Dato che l’80% dei PM emessi dalla centrale è particolato ultrafine, risaputo che questo entra nel circolo sanguigno e supera anche la barriera placentare, i comportamenti di cui sopra delle amministrazioni Provinciali, Regionali, ma anche Comunali (il Sindaco è il primo responsabile della salute dei cittadini), sono atti irresponsabili e criminali.( www.verdilugo.it)

Luciano Lama

(portavoce Provincia Ravenna VERDI per la COSTITUENTE ECOLOGISTA)

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