Promuovere forme di democrazia partecipativa come regola permanente di governo municipale

Pubblicato da Gabriele il

articolo di Gabriele Bollini pubblicato su Terra di giovedì 5 maggio 2011

Qualche anno fa la Rete del Nuovo Municipio -un’associazione nazionale cui aderiscono diversi Comuni italiani insieme a istituti, laboratori e ricercatori universitari, associazioni e movimenti- rivolgeva ai candidati delle elezioni amministrative un appello sui temi della democrazia partecipativa come regola permanente di governo. Un appello che i candidati Verdi di Bologna nella lista “Con Amelia per Bologna” riprendono e rilanciano nel proprio programma elettorale, impegnandosi, se eletti in Consiglio Comunale, a portarne avanti l’attuazione.

La crescita del protagonismo sociale nelle mobilitazioni locali e nazionali, e la forte domanda di partecipazione, la diffusione di esperienze di partecipazione nelle forme e negli ambiti più diversi (bilanci partecipativi, Agende 21 locali, laboratori di urbanistica partecipata, contratti di quartiere, consulte specifiche, piani strategici, progetti Urban, patti territoriali, progetti integrati di sviluppo locale, gruppi di azione locale, contratti di fiume, ecc), che si accompagna alla crisi di rappresentanza degli istituti di democrazia delegata, alla disaffezione al voto, alla crescita di politiche individualistiche di desolidarizzazione sociale e di esaltazione del mercato, ha reso questi strumenti fondamentali per ricostruire in controtendenza legame sociale attraverso la ricostruzione di un rapporto fra bisogni sociali e istituzioni, per restituire spazio pubblico di decisione sui destini della città  e del territorio, per includere gli interessi dei più deboli, dei migranti, delle diversità  culturali nel progetto di futuro della comunità  locale.

Dare struttura, poteri e nuovi statuti alla democrazia partecipativa. Tuttavia tutte queste forme di partecipazione rischiano di restare consultive, parziali, sovrapposte, settoriali, non comunicanti e soprattutto affidate alla sensibilità  del singolo amministratore. E’ necessario esplicitare la promozione di istituti di partecipazione a carattere decisionale come forma ordinaria di governo. Non è inoltre sufficiente che vengano rese partecipate singole politiche settoriali: è necessario che i municipi promuovano progetti intersettoriali e integrati. Forme di democrazia partecipativa socialmente allargata, coordinate fra settori di intervento e fra livello comunale e sovracomunale, dovrebbero consentire di superare la frammentazione degli attuali istituti per attivare i diversi attori sociali verso l’autogoverno locale. L’obiettivo è costruire una cultura di governo in cui sia presente quotidianamente nelle decisioni del municipio il benessere e il ben vivere degli abitanti, il futuro della città  e del territorio. Questa costruzione passa attraverso l’ascolto dei soggetti più deboli (bambini, anziani, adolescenti immigrati, giovani famiglie, ecc), l’estensione della rappresentanza di genere e il confronto con le esperienze di autoorganizzazione degli abitanti nel territorio. A questi obiettivi è necessario finalizzare la revisione degli statuti comunali, dando legittimità , risorse economiche, tecniche e procedurali a nuove forme di democrazia partecipativa, con poteri deliberativi, in grado di attivare il ruolo propositivo e progettuale della pluralità  di organizzazioni e di autorappresentanza della società  civile, di movimenti gruppi, associazioni, singoli cittadini.

Promuovere lo sviluppo locale autosostenibile attraverso il coinvolgimento attivo degli attori sociali ed economici . A fronte dei processi di globalizzazione economica che tendono ad allontanare le decisioni dalle istituzioni locali, a subordinare le politiche locali al comando dei mercati globali che tendono a consumare e distruggere nella competizione risorse economiche e ambientali, è fondamentale che i processi di democrazia municipale siano finalizzati alla salvaguardia e alla valorizzazione delle identità  locali, delle peculiarità  e delle eccellenze delle risorse ambientali, territoriali e umane. Solo la valorizzazione consapevole e non distruttiva di queste risorse può consentire la costruzione condivisa di modelli di sviluppo autosostenibili che producano ricchezza durevole, in grado di competere, ma anche di creare relazioni solidali e di cooperazione, per la costruzione di una globalizzazione dal basso e di un mondo plurale. In questa direzione i processi partecipativi non riguardano solo le questioni abitative, dei servizi pubblici, dell’ambiente, ma anche il coinvolgimento attivo degli attori socio-economici locali, nel campo dell’agricoltura, dell’artigianato, della piccola impresa, del commercio, della comunicazione, della formazione, della cultura; ciò si rende necessario affinché la comunità  locale possa partecipare non solo a progettare il proprio futuro, ma anche a costruirlo direttamente, con le proprie mani, con la propria mente, con i propri saperi.

Sostenere le economie solidali, l’impresa e la finanza etica . In questa direzione, per consentire ad ogni comunità  locale di costruire un reale autogoverno del proprio futuro, sollecitiamo i futuri governi municipali a liberarsi dalla morsa dei grandi poteri economici sovraordinati, delle multinazionali di profitto a sfondo speculativo e criminale, che producono crescenti effetti di impoverimento delle persone, mercificano, consumano, distruggono risorse locali sociali, ambientali, territoriali. Ciò si rende possibile se il municipio acquista forza agevolando, promuovendo, attivando attori e forme di produzione e di consumo che costruiscano nel territorio economie solidali fondate sulla valorizzazione delle risorse locali. Si stanno moltiplicando nel territorio imprese a valenza etica nel campo dell’agricoltura biologica, tipica e didattica, della cura e del restauro del territorio e della città , del mutuo soccorso (banche del tempo) della produzione e gestione di servizi ambientali, sociali, culturali; nell’artigianato, nel commercio equo, nella finanza etica, nel turismo responsabile, nella produzione di informazione, di cultura; nell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e nell’uso efficiente dell’energia, ecc. . E’ necessario dunque che i nuovi programmi di governo municipale, dando voce a questo universo di imprese a finalità  sociale ed etica e non solo alle imprese di profitto, contemplino la costruzione di nuovi sistemi economici a base locale, attivando laboratori sperimentali locali di economia solidale e di eccellenza con tutti i nuovi soggetti del lavoro sociale e etico.

Il progetto ecologico per una città  di città  e l’alleanza città /campagna . Questa alleanza fra cittadini e produttori “etici” può consentire la attivazione di laboratori di progettazione partecipata nelle periferie per realizzarne il superamento, attraverso la costruzione di tante piccole città  nella città : ognuna dotata di spazi pubblici, di luoghi della comunicazione per la realizzazione della comunità  urbana; di alta qualità  dell’ambiente urbano; di piazze e strade vivibili con ampie zone pedonali; di complessità  produttiva e di servizi; di centri sociali e commerciali “naturali” e di reti di vicinato per rivitalizzare la centralità  dei nuclei storici, e attribuire ruoli pubblici alle aree dismesse delle periferie; di relazioni di scambio con il proprio territorio agricolo per realizzare alta qualità  alimentare e ambientale. L’obiettivo di questa alleanza fra municipio e società  locale, urbana e rurale, è realizzare modelli di vita e di consumo autosostenibili: che siano cioè in grado di ridurre l’impronta ecologica e la pressione ambientale cambiando gli stili di vita e di consumo verso il risparmio energetico, il consumo critico, la valorizzazione dei prodotti equo solidali; chiudendo a livello locale i cicli dei rifiuti, dell’energia, dell’alimentazione, delle acque; attuando una nuova alleanza fra la città  e il proprio territorio rurale; sostenendo il proprio sviluppo a partire dalla valorizzazione della peculiarità  dei propri patrimoni ambientali, territoriali e sociali; creando reti con altri Comuni (municipalismo solidale e federato), in primis nella città  metropolitana, per realizzare sistemi economici locali fondati sulla identità  locale e la tipicità  dei prodotti e per attivare scambi solidali nel mondo.


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