Bologna, la monorotaia che non va

Pubblicato da segreteria il

di Vittorio Marletto – da ‘Terra’ quotidiano ecologista ogni giorno in edicola

TRENI VELOCI. E’ polemica tra i fautori del cosiddetto “People Mover” e chi la considera una spesa eccessiva e inutile per la città .

In un certo senso bisogna ringraziare i ritardi nella costruzione della nuova stazione tav di Bologna. Com’è noto a Bologna il terminale sotterraneo di accesso ai treni veloci doveva essere già  operativo alla fine dell’anno scorso e invece la grande voragine che da anni occupa il posto di quelli che un tempo erano gli ultimi binari della stazione è ancora lì, e non sappiamo per quanto ancora. Solo per questo non sono ancora partiti i lavori per la costruzione di quello che alcuni in città  considerano il fiore all’occhiello della nuova mobilità  bolognese, e che molti altri considerano invece una costosissima assurdità . Stiamo parlando del cosiddetto “People mover”, la monorotaia sospesa teleguidata che dovrebbe collegare la stazione centrale con l’aeroporto e garantire la copertura della tratta in sette minuti (che diventano 18 considerando attese e spostamenti).
 
A Bologna da molti anni aeroporto e stazione sono collegati, in verità  piuttosto comodamente, con la corriera BLQ, che con sei euro e pochissime fermate intermedie fa il suo tragitto in una mezz’oretta scarsa. I sostenitori della monorotaia ritengono che questi tempi siano incompatibili con gli sviluppi che l’aeroporto dovrebbe avere e che secondo loro potrebbero portarlo dagli attuali oltre cinque milioni di passeggeri fino a dieci milioni entro qualche anno. Si dice anche che il collegamento è meglio sia elettrico e fuori dalle strade, in maniera da ridurre un po’ sia il traffico che l’inquinamento dell’aria. E qui non si può che essere d’accordo. Il punto però è che aeroporto e stazione sono già  connessi da un binario, e che a 1 km di distanza dal Marconi c’è la stazione incompiuta del Sfm (Servizio ferroviario metropolitano) che doveva chiamarsi aeroporto e che, con poca spesa, sarebbe perfettamente in grado di integrarsi all’aerostazione e assolvere alle funzioni che si vorrebbero dare alla monorotaia, cioè muovere i passeggeri più in fretta e inquinando meno.
 
Ne è convinto per esempio Paolo Serra, un grande esperto di mobilità  bolognese che ha redatto un appello in questo senso e che ha raccolto firme piuttosto pesanti come quella di Gabriele Bollini e di altre personalità  cittadine. Ne sono convinti gli attivisti di BolognAttiva, che con mossa molto efficace hanno piazzato due enormi cartelloni pubblicitari fuori dalla festa del Pd di Bologna, nei quali si legge che in città  il metrò per l’aeroporto c’è gia, che si chiama Sfm e che non sono tempi questi per buttare centinaia di milioni in un’opera inutile e costosissima come il People mover. E allora chi è che non è convinto? Le amministrazioni. Regione, provincia e comune, tutte a guida Pd, vogliono fortissimamente la monorotaia sospesa e non vedono l’ora che in stazione si chiuda il cantiere vecchio della stazione tav per aprire quello nuovo del Pm. Si tratta del primo serio intoppo sulla strada finora rose e fiori di Virginio Merola, sindaco di Bologna da pochi mesi, il quale, con l’aiuto del giovanissimo assessore Andrea Colombo, sulla mobilità  sostenibile si sta impegnando parecchio (nei giorni scorsi, tanto per fare un esempio, tutti i bambini delle elementari hanno ricevuto la tessera gratuita di libera circolazione sui bus, un notevole progresso rispetto alla situazione vigente finora, che limitava la tessera ai soli remigini delle prime).
 
Nei prossimi giorni il dibattito diventerà  prevedibilmente assai rovente. I detrattori della monorotaia sostengono infatti che ci sia in settembre un’opportunità  per recedere dal progetto senza troppi danni per il Comune. Nel frattempo per fortuna il bus BLQ continua a fare il suo giro, sempre ben carico di passeggeri e di valige.

 


1 commento

Albert Mairhofer · 11 Settembre 2014 alle 10:10 pm

L’Italia, circondata dal mare, con fiumi e canali esistenti ha i presupposti per spostare il traffico merci sulle idrovie interne e sulle autostrade del mare, già  dotate d’infrastrutture portuali. La nave è il mezzo di trasporto più ecologico ed economico per gran parte dei beni e quindi di grande importanza per lo sviluppo in Italia e in Europa. Aumenterà  le prospettive negli Stati adiacenti all’Adriatico e integrerà  meglio tutto il Mediterraneo al continente europeo.
Tutte le reti di comunicazione sono collegate tra di loro, solo la rete fluviale e marittima italiana è ancora tagliata fuori dalla vasta rete delle idrovie interne (100.000 km in un Europa fino agli Urali!).
5. Nave interna e monorotaia sospesa (aerobus) sarebbero in grado di sostituire le seguenti grandi opere per il trasporto terrestre e cioè:
a) della Galleria di base del Brennero (55 km) con le relative linee di accesso ad alta velocità /capacità  (AV/AC o TAV), di cui 191 km pure in galleria, vedi parte D sul sito http://www.tirol-adria.com
b) del Ponte sullo Stretto di Messina,
c) del tunnel ferroviario tra Lyon-Torino e la TAV Torino-Trieste come parte del corridoio 5 Lisbona-Kiev, che con la navigazione sul Danubio, sulle vie d’acqua interne e sulle autostrade del mare otterrebbe un ottimo collegamento alternativo est-ovest,
d) della TAV Terzo Valico Genova-Milano perché Milano e Torino saranno raggiungibili sulle vie d’acqua senza di dover scavalcare l’Appennino,
e) della TAV Napoli-Bari,
f) della TAV Napoli-Reggio Calabria.

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