Coscienza di classe, coscienza di specie.

Pubblicato da Luca Saraz Budini il

Se per arrivare alla fine del mese devo accelerare la fine del mondo, ho perso ogni lume della ragione ed ogni senso sociale.

Solo una nuova economia verde può farci arrivare anche alla fine del mese.

“Voi parlate di fine del mondo, noi non arriviamo alla fine del mese.”

Slogan delle magliette gialle che contestano Macron per aumento tasse sui carburanti per la transizione ecologica.

Macron, abbandonato dal ministro alla transizione ecologica Hulot mesi fa, e attaccato dalla destra e dalla sinistra nazionaliste, dimostra l’incapacità  di un governo liberale e liberista nell’affrontare un tema oggi cruciale. La nuova crescita dei Verdi in Francia (sondaggi all’8 per cento) dopo la loro crisi ,indica la necessità  di un modo ben diverso nell’affrontare il tema.

Ma non di questo voglio parlare. Mi pare una occasione per chiarire alcuni punti per una nuova visione del mondo.

Intanto la classe in sé, in quanto classe subalterna, non ha di per sé alcuna ragione. Serve una coscienza di classe come ci insegna il pensiero marxista e di sinistra in genere. Senza una coscienza la classe può anche essere corporativa, reazionaria, nazionalista, guerrafondaia, vandeana.

Oggi, in Italia ampi strati di classi subalterne votano destra estrema come Lega e 5 S.

E ricordiamo i metalmeccanici che sfilavano con le candele a difesa delle centrali nucleari (poi fortunatamente cambiarono idea) e oggi i sindacati che difendono l’ILVA tal quale?

Ricordo un Cofferati segretario dei Chimici che difendeva il complesso chimico di Ferrara da ogni critica dei Verdi nascenti.

Contrapporre la fine del mese alla fine del mondo è una operazione ingannevole e reazionaria.

Se per arrivare alla fine del mese devo accelerare la fine del mondo ho perso ogni lume della ragione ed ogni senso sociale.

Serve una coscienza di specie. E’ la specie umana che oggi è in pericolo.

Nel 1979, a Milano, ad un incontro della Lega per i Diritti dei Popoli di Lelio Basso, un Verde tedesco, ex comunista democratico, fuggito dalla Germania Est, Rudolph Barho, intervenne per affermare questa idea: serve una coscienza di specie.

Per me fu come la caduta da cavallo. Esistono le classi, esiste la necessità  di una giustizia sociale che riduca le insostenibili disuguaglianze, ma esiste la necessità  di una nuova coscienza di specie. Da allora sono Verde.

E la transizione ecologica necessaria ed urgentissima dalle energie fossili alle rinnovabili non può essere gestita da governi liberal liberisti tipo Macron, incapaci di affrontare il conflitto sociale rendendo la transizione ecologica desiderabile e sostenibile.

Anche perché con la nuova economia verde si può arrivare anche alla fine del mese. Con lavori duraturi e magari anche più umani.

Perché l’ecologia è una necessità  per i poveri e non un lusso per i ricchi.

I quali ricchi per un po’, ma non per tanto tempo, possono cercare di cavarsela.

Paolo Galletti


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