Terremoto i limiti della scienza ,la presunzione dell’economia

Pubblicato da segreteria il

 di Paolo Galletti

E’ dalla fine del 1500, al tempo degli Estensi, che furono costretti a rifugiarsi in tende lasciando le loro dimore ferraresi, che
non si verificava un terremoto di tale intensità  nella zona oggi così dolorosamente colpita. La zolla africana spinge su quella euroasiatica e di qui nasce il terremoto.
Il territorio è fortemente industrializzato con un polo biomedicale,metalmeccanica d’avanguardia e filiera del parmigiano reggiano.
Che crollino gli edifici storici è purtroppo scontato, che crollino i capannoni industriali meno. Anche se solo nel 2001 il territorio è stato dichiarato a rischio.
Quindi occorre verificare la data di costruzione ed aspettare l’indagine della magistratura.
Vittorio Emiliani su L’unità  avanza una ipotesi inquietante : che il fortissimo emungimento dell’acqua dal sottosuolo per usi
industriali,agricoli e civili abbia favorito in qualche modo l’evento (http://per-la-bellezza.comunita.unita.it/2012/05/30/il-segnale-che-viene-dall’acqua/).

L’allarme risalirebbe addirittura ad una relazione ufficiale della fine degli anni 90. Non sono in grado di valutare l’attendibilità  della tesi. Certo uno studio sull’emungimento dell’acqua e fenomeni di subsidenza e possibili ripercussioni sulle faglie va fatto. Ma voglio partire di qui per alcune considerazioni.
La scienza è una esile fiammella nel buio avvolgente delle conoscenze, questo non significa dare credito ad improvvisatori e ciarlatani che dicono sempre ,a cose fatte, di aver previsto tutto. Sappiamo poco della madre terra e dei suoi movimenti e quello che sappiamo non viene preso in considerazione per le scelte economiche.
Nell’area si voleva fare un colossale deposito di gas sotterraneo e la presunzione dell’economia, la sua pretesa di dettare legge a prescindere dalle leggi di Natura appare oggi tragicamente ridicola.
Anche l’ignoranza della storia dei luoghi ( i terremoti della fine del 500) pesa come un macigno; i greci parlavano di Hubris ,una superbia umana fatta di grandi gesta e di grandi opere,inevitabilmente volte alla rovina ed alla distruzione.
Ridefinire una attività  economica in armonia con la Natura è indispensabile per avere una produzione di beni utili all’uomo.
Quindi costruzioni antisimiche ma forse anche uso accorto dell’acqua di falda.
Ma la tragedia terremoto induce anche ad altre riflessioni,  di fronte al trauma della precarietà  che accomuna gli umani nella loro piccolezza può emergere la coscienza di un comune destino, una coscienza di specie, necessariamente solidale.
Certo le differenze di classe permangono,anche nella tragedia, ma non c’è in ultima analisi scampo per nessuno se non si trovano soluzioni vere efficaci e condivise.
Anche in questa nuova coscienza di specie sta l’origine dell’ecologismo,un nuovo umanesimo che comprende anche la fratellanza con tutte le creature animate e no.
Il lutto di queste ore ci aiuti ad allargare l’area della coscienza

Categorie: Ambiente

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