Terzo dialogo Marco Martinelli – Paolo Galletti
Servono Maestri, servono Allievi
Gregory Bateson, Aldo Sacchetti, Laura Conti, Silvia Ronchey, Raimon Panikkar, Ivan Illic, Il Dalai Lama e Papa Francesco.
Letture da fare in attesa della riapertura, sul web, delle Università Verdi.
PAOLO: Chi avrebbe previsto una regressione culturale al nazionalismo nella stessa Europa? Nuova bandiera delle destre , in Italia Salvini e Meloni,ma che tocca anche le sinistre in Inghilterra con la Brexit , in Francia con Melenchon e perfino in Italia con frange della sinistra.
La battaglia per l’egemonia culturale è perduta? Nel profondo si combattono i miti e gli dei rimossi. Il liberismo globalizzatore dei profitti sta perdendo terreno dimostrando il suo fallimento. Esiste nell’immaginario collettivo un mito altrettanto forte di razza e suolo?
Greta, Francesco, il Dalai Lama ce la faranno?
MARCO: E se provassimo, caro Paolo, a non usare più il concetto di “egemonia culturale”? C’è in esso qualcosa di autoritario che stona: il marxismo ha costruito per decenni un’egemonia che ci impediva di leggere autori oggi cruciali, come Simone Weil, come Albert Camus, e lo faceva talvolta con censure vere e proprie, talvolta con disprezzi snobistici. Forse su questo campo ci può venire in soccorso uno dei nostri maestri, Gregory Bateson, e il suo concetto più ampio di “ecologia della mente”, concetto che risuona affine all’antica “sapienza” dei filosofi e dei teologi: la “sapienza” che ci necessita non ha destra o sinistra, queste divisioni lasciamole alla politica (campo in cui continuano a mantenere una loro, seppur labile, seppur discutibile utilità ). La “sapienza” distingue e non separa, semmai “distingue per unire”, la “sapienza” scava in profondo, ama i fatti e non si accontenta dei fatti, ama la terra e la lingua materna, sì, l’umile dialetto, ma per questo amore non alza muri bensì accoglie chi arriva da altre terre e parla altri dialetti, la “sapienza” non ragiona sull’utile immediato ma guarda al bene delle generazioni a venire, alla “sapienza” concorrono Occidente e Oriente, papa Francesco e il Dalai Lama, guide spirituali e scienziati seri (quindi non scientisti!), artisti innamorati dell’Arte (non mercenari della Società dello Spettacolo), politici in grado di fare umilmente proprio, nelle azioni di ogni giorno, l’antico e rivoluzionario concetto di “bene comune”, coniato da Tommaso D’Aquino a metà del XIII secolo. Ed è un bel paradosso, un felice, fecondo paradosso di questi nostri anni, che a incarnare questa sapienza di secoli siano soprattutto gli adolescenti, Greta Thumberg in testa.
PAOLO: Va bene”¦ abbandoniamo il concetto di egemonia culturale per colpo dell’uso distorto che ne ha fatto la vulgata marxista ma recuperiamo l’eretico Gramsci , espulso dal partito e lasciato morire in carcere. Una sua frase oggi ci potrebbe aiutare.
“Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio. Mi sono convinto che bisogna sempre contare solo su se stessi e sulle proprie forze, non attendersi niente da nessuno e quindi non procurarsi delusioni. Che occorre proporsi di fare solo ciò che si sa e si può fare e andare per la propria via.” Antonio Gramsci al fratello Carlo, Lettere dal carcere, 12 settembre 1927
MARCO: E’ proprio l’umanesimo gramsciano che ci è ancora necessario, sempre stato un passo avanti rispetto ai dogmatismi di partito.
PAOLO: Il Pensiero ecologista olistico che in Italia si affermò negli anni Ottanta, con le Università Verdi, in particolare con Aldo Sacchetti, ora è stato smembrato e spezzettato ad uso e consumo di interessi economici e politici rendendo impossibile quella “conversione ecologica” auspicata da Rudolph Bahro e Alexander Langer e poi da papa Francesco. Oggi si può essere ambientalisti a la carte senza alcuna coerenza complessiva. La Brambilla che ama gli animali e sostiene il Berlusconismo. I Vegani che non sanno cosa sia l’agricoltura biologica. I Biologici che votano Salvini.
e via precipitando”¦ e il green washing per vendere qualsiasi cosa verde e sostenibile? Che fare?
MARCO: Prima di tutto non farsi deprimere dalla Grande Confusione (altro che Grande Bellezza”¦) dei tempi in cui viviamo. E’ meglio non farsi il sangue troppo amaro, il precipizio a cui alludi è variegato: non solo i Biologici, ahinoi, votano Salvini, ma anche certi cattolici che si sentono più a loro agio con il crocifisso impugnato come un’arma che con i Vangeli troppo accoglienti di Bergoglio. Quindi concentriamoci “su ciò che inferno non è, e diamogli spazio, e facciamolo respirare”, per citare la sempre attuale lezione di Italo Calvino: e riprendiamo prima che si può l’iniziativa che tu per primo avevi portato avanti negli anni Ottanta, le Università Verdi. E pensiamole come le hai pensate tu allora, senza scorze accademiche, libere e ribelli: mescoliamo arte e nuovi pensieri, guardiamo lucidamente ai disastri e al contempo invitiamo a sognare, perché occorre un orizzonte che non sia solo lo sguardo sbigottito davanti alle catastrofi. Solo così possiamo sperare di coinvolgere e trovare amicizie e complicità .
PAOLO: Ma intanto, in attesa di riprendere le Università Verdi, cosa consigliare a chi voglia farsi un’idea non riduttiva del pensiero ecologista? Quali autori e quali testi? Bateson lo hai già citato”¦
MARCO: Sperando ci siano ancora in giro i suoi capolavori, come Verso un’ecologia della mente e Dove gli angeli esitano, all’epoca pubblicati da Adelphi”¦
PAOLO: Adelphi li ha ancora in catalogo..Io aggiungerei figure italiane come Laura Conti ( si trovano i suoi testi nelle biblioteche o su internet: https://www.ebay.it/itm/QUESTO-PIANETA-LAURA-CONTI-EDITORI-RIUNITI-1982-TENDENZE-/361251194821 ), e Aldo Sacchetti,si trovano in internet alcune sue pubblicazioni , e gli atti di un convegno recente a lui dedicato (http://www.associazione-eco.it/?s=Aldo+Sacchetti ).
Il suo testo fondamentale: L’uomo anti biologico si trova in edizione on line.(https://www.macrolibrarsi.it/ebooks/ebooks-l-uomo-antibiologico.php)
Recentemente Silvia Ronchey in quattro puntate della trasmissione radiofonica :” Uomini e Profeti” ha svelato i nessi oggi dimenticati tra il pensiero antico occidentale ed orientale e la visione ecologista
oggi più che mai rafforzata dai salti di specie che provocano pandemie.
MARCO: E visto che abbiamo citato prima Occidente e Oriente e la sapienza medievale, due pensatori d’eccezione al riguardo sono Raimon Panikkar e Ivan Illich: entrambi sacerdoti cattolici che certo non piacciono a Salvini”¦ ammesso che li conosca! Il primo, padre indiano e madre spagnola, ha speso tutta la sua vita per mettere in dialogo il cristianesimo e le religioni orientali, induismo e buddismo: e lo ha fatto senza banali sincretismi, ma andando sempre a fondo nell’affrontare i nodi complessi, filosofici e teologici. E la sua visione non separa mai, ma unisce, l’uomo e la natura e il senso del divino: tra i tanti libri che ha scritto e pubblicato consiglierei Ecosofia. La saggezza della terra, edito da Jaca Book nel 2015, cinque anni dopo la morte dell’autore. Ivan Illich dal canto suo è stato un pensatore sempre originale, capace di decifrare il presente: appassionato del linguaggio, conosceva almeno dieci lingue, tra antiche e moderne, e metteva la catastrofe ambientale in relazione ai falsi miti del progresso e della malintesa modernità , e per questo veniva giudicato “pericolosamente romantico” e guardato con sufficienza dall’establisment degli anni Settanta, ancora incantato, a destra come a sinistra, dalla tecnologia e dai suoi “miracoli”. Illich dialogava in maniera spiazzante, allo stesso tempo, con Paul Goodman, maestro del pensiero anarchico, e con Ugo di San Vittore, teologo medievale. Anche Illich, scomparso nel 2002, ha scritto tantissimo, ma per cominciare proporrei Conversazioni con Ivan Illich. Un archeologo della modernità , edito da Eleuthera. La lista dei Maestri, dei fari utili in questo mare in tempesta, è sicuramente ancora più lunga: auguriamoci che ci siano in giro anche giovani menti pronte a far fruttare i semi giusti, “allievi” che non si rassegnino al precotto dell’industria culturale. Così come sono stati allievi per tutta la loro vita, eterni studenti, eterni inquieti, i maestri che abbiamo ricordato.
0 commenti