ENERGIA. CARO BOLLETTE, VERDI EMILIA-R.: INUTILE ESTRARRE PIÙ GAS
“ILLUSORIO, SERVE EOLICO-SOLARE; E INTERVENIRE SU ENI-HERA-IREN”
Altri Paesi europei come Norvegia, Gran Bretagna e Paesi Bassi, rimarcano Zamboni e Galletti, “stanno attivando politiche per rendersi indipendenti dall’uso di questo combustibile fossile” virando su altre fonti come idroelettrico, teleriscaldamento da termovalorizzatori, eolico offshore e geotermia. Secondo i Verdi, dunque, anche in Italia “in prospettiva bisogna puntare su efficienza energetica per ridurre i consumi, e di conseguenza il costo delle bollette, e sulle fonti rinnovabili”. Invece di aumentare le estrazioni di gas, insistono i Verdi, “in Adriatico è preferibile installare campi eolici e parchi solari flottanti. La transizione energetica è una necessità ambientale, climatica ed economica. L’Italia però è in grave ritardo: a fronte di richieste di autorizzazione per 150 GW di rinnovabili pervenute a Terna nel 2021, abbiamo installato solo 1 GW rinnovabile”. Di questo passo, avvertono Zamboni e Galletti, “la transizione energetica non la faremo mai. Il gas può servire, ma solo come fonte residuale. Ogni euro investito nei fossili oggi è un euro sottratto al futuro e alla transizione. Auspichiamo che l’innovativo Piano energetico annunciato dall’assessore regionale Vincenzo Colla tenga conto di queste evidenze e necessità”Pensare di fare fronte al caro bollette aumentando l’estrazione del metano, a partire dai giacimenti in Adriatico, “è illusorio”. Occorre piuttosto “intervenire su Eni” e anche sulle multiutility del territorio. A sostenerlo è Silvia Zamboni, consigliera regionale dei Verdi e coportavoce del partito, insieme a Paolo Galletti. “Nell’immediato, per fare fronte al caro bollette- affermano Zamboni e Galletti- il Governo intervenga su Eni, società in buona parte in mano pubblica, e sugli extra profitti che sta realizzando. E intervengano i Comuni soci di Iren ed Hera perché, al di là delle rateizzazioni, con le multiutility si studino e attivino meccanismi per fare fronte all’emergenza”. Per i Verdi, dunque, incrementare l’estrazione di gas non serve, ipotesi invece caldeggiata dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. “Oggi con la produzione nazionale copriamo il 4% del fabbisogno energetico del Paese- sottolineano Zamboni e Galletti- raddoppiarla ci porta all’8%, un risultato lontano dalle necessità odierne”. Tra l’altro, segnalano i Verdi, “ci vorrebbe un anno per aumentare la produzione nazionale” e il gas in più estratto “sarebbe comunque venduto ai prezzi di mercato”. A questo si aggiunge “un’ulteriore preoccupazione”, legata al fatto che l’estrazione di gas dai giacimenti marini “ha come grave effetto collaterale l’incremento della subsidenza”, che a sua volta causa “l’erosione della costa e delle spiagge e l’incremento dell’ingressione del cuneo salino nel Delta del Po”
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