Riforma della legge venatoria: Emilia-Romagna tra le regioni più a rischio.
Il disegno di legge del Governo Meloni mette a rischio la tutela della fauna e degli ecosistemi naturali, compromettendo il patrimonio ambientale nazionale e, in particolare, quello dell’Emilia-Romagna.
Un patrimonio naturale sotto assedio
L’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane più ricche di biodiversità avifaunistica, con circa 400 specie di uccelli che la scelgono come rifugio o luogo di nidificazione. Tra queste, un centinaio sono considerate di particolare interesse a livello europeo e richiedono misure speciali di protezione, come previsto dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea. La Regione ospita 2 Parchi nazionali, 1 Parco interregionale e 14 Parchi regionali. È attraversata da importanti rotte migratorie e include habitat straordinari come il Parco regionale del Delta del Po. Nonostante ciò, l’Emilia-Romagna ha una delle più basse percentuali di territorio protetto nell’ambito della Rete Natura 2000, con appena il 12,3% del territorio regionale incluso. In netta controtendenza rispetto alle politiche del Governo, la Regione ha recentemente compiuto un passo significativo per la tutela dell’ambiente, ampliando la rete Natura 2000 con 7.180 ettari di nuove aree protette. Un risultato concreto e positivo che però rischia di essere smantellato dalle nuove disposizioni legislative promosse a livello nazionale.
Le conseguenze del disegno di legge
Il disegno di legge attualmente in discussione contiene misure che mettono seriamente a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e il turismo naturalistico. Tra queste:
- Estensione delle aree cacciabili, riducendo le tutele attualmente in vigore;
- Autorizzazione alla caccia in aree demaniali come spiagge, foreste e praterie, con rischi evidenti per la sicurezza pubblica;
- Possibilità di caccia anche durante la notte e nei periodi di nidificazione, mettendo in pericolo la riproduzione di numerose specie;
- Rimozione dei limiti per la costruzione di nuovi appostamenti fissi, con potenziali impatti negativi sul paesaggio e sull’attrattività turistica.
- Riapertura degli impianti di cattura dei richiami vivi, con l’aumento delle specie catturabili da 7 a 47.
Da considerare peraltro che, la cattura dei richiami vivi è eticamente inaccettabile e causa gravi danni alla fauna selvatica: provoca stress e sofferenza agli animali, riduce le popolazioni naturali e alimenta il mercato nero degli animali catturati illegalmente. Un metodo anacronistico che va eliminato, non rilanciato.
Un danno grave per l’Emilia-Romagna
Queste misure si abbattono su un territorio già provato da eventi estremi come l’alluvione del 2023, e rischiano di compromettere quanto di buono è stato fatto a livello regionale per la tutela ambientale. Il contrasto tra l’impegno dell’Emilia-Romagna e l’arretramento del Governo Meloni è evidente e inaccettabile.
Europa Verde dice NO
Europa Verde Emilia-Romagna si oppone con fermezza a questo disegno di legge, che rappresenta una vera e propria minaccia alla biodiversità, alla sicurezza dei cittadini e al futuro delle nostre aree naturali. Facciamo appello a tutte le forze politiche responsabili, alle associazioni ambientaliste e alla cittadinanza per unirsi a noi in questa battaglia. Difendere la natura significa difendere la vita, il territorio e i diritti di tutte e tutti.
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