RIPARTIRE DALLA SOSTENIBILITÀ: UN’AGENDA PER IL GOVERNO REGIONALE NEL PARMENSE

Pubblicato da Ximena Malaga Palacio il

Il testo integrale dell’agenda che Europa Verde Parma ha inviato alle forze politiche di Parma della coalizione di centro-sinistra Bonaccini Presidente:

Dopo le elezioni regionali del 26 gennaio, vinte dalla coalizione di centro-sinistra, l’Emilia-Romagna si è trovata improvvisamente al centro dell’emergenza dovuta al contagio da Covid-19. L’urgenza e la necessaria priorità  da dare alla massiccia azione di contenimento e di cura del virus hanno bloccato l’attività  politica, proprio quando questa avrebbe dovuto iniziare con tutto lo slancio dato dal rinnovo degli organi amministrativi e dal programma elettorale, condiviso dalle forze della coalizione per i prossimi cinque anni.

La crisi sanitaria e quella economica che stiamo ancora vivendo nella nostra regione, così come in Italia, in Europa e nel mondo, condizioneranno in modo pesante la ripresa e le scelte da compiere per ritrovare la strada di uno sviluppo economico e sociale. Tuttavia, i valori, gli indirizzi e le idee del programma regionale restano un riferimento valido per il governo della regione e del territorio parmense.
Tutti i quaranta temi dei quattro pilastri del programma trovano tuttora nel territorio parmense occasioni concrete di realizzazione. Per alcuni di questi a Parma ci sono già  idee, progetti e programmi specifici, che è opportuno avere presente in questa fase di avvio della nuova legislatura e di ripresa economica e sociale dopo la drammatica esperienza della pandemia, sapendo che con questa dovremo continuare a fare i conti ancora a lungo. Li elenchiamo di seguito, come contributo per dare ulteriore concretezza al programma regionale e definire in modo più preciso gli obiettivi sui quali potremo misurare l’efficacia delle politiche regionali.
Ovviamente il programma dovrà  essere interpretato in relazione alle nuove condizioni di carattere sanitario, alla crisi economica e alle risorse che saranno rese disponibili per ripartire. Per i Verdi è necessario in questa fase puntare in modo deciso alla resilienza dei sistemi sociali ed ambientali, compiendo le scelte che la politica non è stata capace di fare in passato. In tempi di ristrettezze economiche non si può fare tutto, ma bisogna puntare a ciò che effettivamente serve per preparare un futuro di sostenibilità , attrezzandoci per fare fronte ad altre crisi, tra cui innanzitutto quella climatica.

1. Diritto alla salute. Il programma della coalizione di centro-sinistra poneva, già  prima della pandemia, le politiche sanitarie al primo posto e ribadiva la centralità  sistema sanitario pubblico, senza tralasciare i molti problemi che vanno risolti, come i tempi d’accesso agli interventi programmati, sia di permanenza nei pronto soccorso. La drammatica crisi sanitaria emersa subito dopo le elezioni ha messo in luce altri aspetti critici in tutto il territorio regionale, ma in particolare a Parma, che resta una delle province più colpite. È necessario fare luce su quello che non ha funzionato, a partire dalla gestione della crisi sanitaria sul territorio, che si è rivelata inadeguata su troppi fronti: la scarsa prontezza dei laboratori ad aumentare il numero di test, il mancato coordinamento e supporto dei medici di base, la trasparenza dei dati su contagi e decessi. Si tratta quindi di rafforzare il sistema sanitario pubblico ed in particolare l’apporto della medicina del territorio e delle cure a domicilio.
prevenzione, come la qualità  dell’aria. Infine, come per gli altri settori della politica che basano le proprie decisioni su analisi scientifiche, è necessario ristabilire un rapporto corretto basato sulla trasparenza verso i cittadini (il che significa anche spiegare in modo adeguato il significato dei dati scientifici) e sul riconoscimento dei rispettivi ruoli: la politica deve sapere ascoltare la scienza, ma quest’ultima non si può mai sostituire alla politica e al processo democratico, nel momento in cui si prendono le decisioni.

2. La manutenzione del territorio, che passa principalmente attraverso il ripristino dei servizi ecosistemici e della resilienza ai cambiamenti climatici, si dovrà  concentrare su alcuni elementi prioritari. Innanzitutto, i corsi d’acqua, applicando quanto previsto dalle linee guida regionali sulla loro riqualificazione integrata e dalle linee guida per la manutenzione dei boschi ripariali a fini idraulici. Si tratta di norme tecniche già  approvate e molto avanzate sotto il profilo dell’integrazione tra obiettivi di conservazione e di sicurezza, ma ancora da applicare con la necessaria sistematicità  nella programmazione e progettazione degli interventi. Nel Baganza, la realizzazione della cassa d’espansione attende di essere integrata a monte e a valle con interventi di riqualificazione fluviale, di rimozione degli insediamenti abusivi, di individuazione e delocalizzazione degli insediamenti in alveo. Tutti i corsi d’acqua, ed in particolare il fiume Enza, che presenta condizioni drammatiche di squilibrio idrogeologico, dovranno essere oggetto di interventi e programmi gestionali orientati al recupero delle forme fluviali proprie dei tratti interessati (innalzamento della quota dell’alveo, restituzione delle golene alla dinamica fluviale, ripristino dei rami intrecciati e delle zone umide perifluviali, ecc.). La peculiarità  del fiume Taro, la cui gestione attiva come Parco regionale ha portato a risultati molto positivi in termini di mantenimento dei servizi ecosistemici, dovrà  essere promossa, presa come riferimento ed ulteriormente sostenuta. Per il tratto urbano del torrente Parma la Regione dovrà  istituire un’area protetta, la cui tipologia sarà  da stabilire sulla base di valutazioni tecniche. Anche il reticolo idrografico minore dovrà  essere oggetto di interventi strutturali per adeguarne portate e morfologia a criteri più avanzati che riguardano le tradizionali funzioni irrigue e di scolo, ma anche quelle di stoccaggio idrico, di alimentazione degli acquiferi, di miglioramento della qualità  delle acque e di mantenimento della biodiversità .

3. Quattro milioni e mezzo di alberi sul territorio regionale, significa circa 450mila per la provincia di Parma. Un numero notevole e nel complesso una vera grande opera pubblica. Per avere un termine di paragone, gli alberi stimati attualmente nelle aree pubbliche del comune di Parma sono “solo” 40mila. Sulla base del programma di dettaglio che la Regione metterà  a punto, indicando strutture di coordinamento, modalità , soggetti potenzialmente coinvolti, tipologie di aree, risorse economiche e altri strumenti fondamentali per cogliere questo obiettivo così importante. Si tratta di un investimento molto importante per il futuro, in quanto siepi, filari ed aree boscate sono infrastrutture verdi che hanno la funzione di mitigare i cambiamenti climatici, aumentare la resilienza del territorio, migliorare la qualità  dell’aria e più in generale della vita nei centri urbani. Parma ha alcune esperienze, progetti e criteri da proporre. Il caso di successo del “Bosco Spaggiari”, è un’esperienza da riprodurre utilizzando i fondi del PSR (da rivedere in modo deciso e da orientare meglio all’obiettivo). La Provincia di Parma, con il progetto Life Pianura Parmense, si è inoltre dotata di un piano della rete ecologica provinciale, che indica modalità  e collocazioni preferenziali degli interventi: l’obiettivo della Regione è un’occasione unica per realizzare una parte di quel piano. A livello di pianificazione sono da ricordare come opportunità  le previsioni del PSC del Comune di Parma sul parco agricolo peri-urbano e a livello progettuale il “Kilometro verde”, lungo l’A1.

4. Mobilità  sostenibile. Il Parmense si aspetta molto dal PRIT che l’Assemblea Legislativa dovrà  approvare entro i primi cento giorni. In termini di infrastrutture sono prioritari:
“¢ il completamento (anche a servizio di un sistema di trasporto metropolitano) del raddoppio della linea Pontremolese tra Parma e Osteriazza, a partire dall’ottimizzazione del nodo di Parma, la realizzazione del tratto Parma-Vicofertile (di recente finanziato), la progettazione definitiva dell’attraversamento di Fornovo di Taro; “¢ l’elettrificazione e riqualificazione delle stazioni e del materiale rotolabile delle linee ferroviarie Parma-Suzzara e Parma-Piadena per potenziarne l’uso sia come tratte pendolari che come direttrici di trasporto merci sull’asse Ti-Bre verso Verona. “¢ Un rinnovato impegno nella manutenzione delle infrastrutture stradali esistenti con particolare riferimento ai ponti sul Po e sui principali corsi d’acqua e ai collegamenti delle zone montane; “¢ Estensione e potenziamento della rete ciclabile provinciale, integrata con il trasporto ferroviario, con finalità  sia di mobilità  locale che di fruizione turistica unendo centri abitati, parchi, castelli e punti di interesse dal Po all’Appennino. Da questo punto di vista va sviluppato il progetto della Ciclovia Ti-Bre dolce come asse sovraprovinciale; “¢ Potenziamento della rete e dei punti per la ricarica dei veicoli privati elettrici, garantendo piena interoperabilità , e contestuale investimento nel ricambio della flotta di autobus con acquisizione di mezzi a trazione elettrica.
Riguardo all’alta velocità  è opportuno procedere con un progetto di fattibilità  della fermata in linea alle Fiere e potenziare il ruolo dell’interconnessione già  esistente con la stazione di Parma. Quanto all’accessibilità  ai mezzi di trasporto pubblico, estendere ulteriormente le fasce di utenza gratuite e rafforzare l’integrazione modale.

C’è poi da definire tutte le misure, sia temporanee, che di medio termine, necessarie a rendere gli spostamenti compatibili con le misure sanitarie e nel contempo evitare un uso insostenibile del mezzo privato, che avrebbe effetti negativi anche sulla salute. Nuove piste ciclabili pop-up, uso promiscuo della sede di alcune strade, governo della domanda e mobility management aziendale più diffuso ed orientato, sono alcune delle misure che potrebbero completare il programma regionale per adeguarlo alle esigenze della ripresa post-pandemica.

5. Economia circolare. Sulla riduzione della produzione dei rifiuti la provincia di Parma è attualmente quella che ha prodotto più progetti comunali, in termini di risorse economiche investite, stando all’ultimo rapporto di Atersir sull’impiego dei fondi d’ambito appositamente resi disponibili ai sensi della L.R. n. 16/2015. Il carattere innovativo dei progetti già  avviati sul compostaggio domestico e di comunità  ed il loro successo, indica che i quantitativi di riduzione dei rifiuti possono aumentare in modo sensibile, se i fondi saranno incrementati nel corso dei prossimi cinque anni. Sono poi in buona parte da sperimentare varie idee riguardanti altre tipologie di rifiuto, in particolare la plastica. Vari Comuni avevano manifestato un interesse ad attivare servizi a supporto delle ecofeste, con l’utilizzo esclusivo di stoviglie lavabili, oltre alla raccolta differenziata spinta della frazione organica. Vista l’emergenza sanitaria e la conseguente diffusione, spesso non motivata, dell’usa e getta di mascherine, guanti e altri dispositivi medici, sarà  necessario promuovere e realizzare progetti di riduzione dei rifiuti in questo settore, soprattutto per il consumo su larga scala all’interno di scuole, mezzi pubblici di trasporto e centri commerciali.

6. Tutela delle acque. La realizzazione di un Piano di Tutela delle Acque e Clima dovrà  dare risposte convincenti alle sempre più ricorrenti crisi idriche, evitando soluzioni troppo impattanti sugli ecosistemi fluviali ed evitando che la crisi climatica ci colga impreparati come la crisi sanitaria. A Parma (e Reggio Emilia) è in discussione in particolare il piano per soddisfare i fabbisogni idrici nel bacino dell’Enza. Anche qui si tratta di dare priorità  al ripristino delle condizioni naturali di trattenimento e di accumulo delle acque e secondariamente alla realizzazione di invasi, a partire da quelli meno impattanti sul funzionamento degli ambienti fluviali, che devono conservare le loro caratteristiche di continuità , biodiversità , miglioramento della qualità  delle acque, alimentazione degli acquiferi e trasporto solido.

7. Un sistema agroalimentare sostenibile, innovativo ed internazionalizzato. In tutta la regione i prossimi anni di politiche agricole offrono l’opportunità  di sviluppare il biologico certificato e quello a Garanzia Partecipata con fondi PAC. Anche nel Parmense sussistono varie realtà  che consentiranno alla Regione di proseguire nell’impegno già  intrapreso per la promozione di pratiche agricole sempre più sostenibili: oltre all’agricoltura biologica (a questo proposito è il caso di segnalare l’avvio in corso di un biodistretto nel comune di Parma), l’agricoltura di precisione e l’agro-ecologia, anche attraverso il sostegno all’innovazione. Varie realtà  del Parmense chiedono campagne di tutela del Made in Italy in Europa e di promuovere il concetto di sovranità  alimentare. Affinché l’agricoltura contribuisca con efficacia alla lotta ai cambiamenti climatici, si propone di sostenere l’agricoltura rigenerativa. In considerazione dei carichi elevati di liquami da smaltire, per evitare ulteriori compromissioni degli acquiferi, che nel parmense ancora oggi soffrono gli effetti dell’inquinamento irreversibile subito decenni fa, si dovrà  avviare una seria riduzione degli allevamenti intensivi, diminuendo progressivamente il carico di bestiame per ettaro. Per i liquami zootecnici comunque prodotti e per la valorizzazione agronomica degli scarti agricoli ai fini del rispetto della direttiva nitrati e ridurre le emissioni climalteranti, nell’ottica dell’economia circolare, dovranno essere potenziate misure per favorire il recupero energetico attraverso la produzione di biometano da immettere in rete o da utilizzare per autotrazione, ad esempio alimentando le flotte dei mezzi pubblici. Si deve proseguire nell’impegno sul fronte del “benessere” animale e della riduzione dell’utilizzo di antibiotici, l’intensificazione dei controlli del rispetto delle normative, valutando metodi che escludano falsa certificazione e copertura di comportamenti illeciti, pratiche comuni e portate alla luce sempre più di frequente anche dal giornalismo investigativo. Da sottolineare anche la vocazione che il PSC del Comune di Parma attribuisce al territorio agricolo periurbano, dove le aziende dovranno trovare facilitazioni per svolgere al meglio il loro ruolo multifunzionale di distribuzione diretta dei prodotti, fattoria didattica ed agriturismo.

8. Riduzione del consumo di suolo: è necessario dare piena attuazione all’obiettivo del saldo zero di consumo di suolo stabilito dalla Legge urbanistica regionale n.24/2017 attivando e sostenendo anche finanziariamente interventi di de-impermeabilizzazione volti anche ad aumentare la resilienza dei contesti urbani ai cambiamenti climatici. Occorre attivare un censimento e un catasto delle aree impermeabilizzare sia pubbliche che private che possono rientrare nei meccanismi compensativi del saldo zero ed essere rigenerate come aree verdi. Su questo fronte appare indispensabile acquisire e trasferire le pratiche e le esperienze sviluppate dal progetto in fase di ultimazione LIFE SOS4LIFE di cui la stessa Regione è partner. Inoltre, se da un lato la L.R. 24/17 pone dei limiti a determinate tipologie di espansione edilizia, nella provincia di Parma oggi il suolo risulta minacciato maggiormente da previsioni di infrastrutture ed insediamenti che esulano dal computo della legge urbanistica, per cui sarà  opportuno considerare attentamente il loro impatto sul suolo, prima di consentirne la realizzazione.

9. Energie rinnovabili al 100% entro il 2035. In provincia di Parma buona parte dei Comuni ha già  aderito al Patto dei Sindaci e approvato di conseguenza il PAES, indicando gli obiettivi di riduzione delle emissioni e le azioni per raggiungerli. Si tratta quindi di una molteplicità  di proposte, dalla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che la regione dovrà  sostenere e rilanciare con incentivi, facilitazioni e semplificazioni amministrative, sia per l’edilizia pubblica che privata partendo dagli incentivi fiscali previsti dallo Stato e dagli strumenti e risorse messi a disposizione dalla stessa legge 24/2017.

10. Scuole più sicure, moderne ed efficienti. L’istruzione va considerata un vero e proprio investimento. La coalizione di centro-sinistra ha dato ampio spazio al tema dell’educazione e della conoscenza, con l’obiettivo di offrire alle persone gli strumenti e le competenze oggi necessari per non subire il cambiamento nel mondo globale e nell’era digitale. Anche A Parma si tratterà  di destinare nuovi investimenti per migliorare l’edilizia scolastica, e renderla più sostenibile dal punto di vista ambientale, così da potere affrontare anche situazioni problematiche, come le misure eccezionali alla quali ci si dovrà  adeguare nella fase post-pandemica, prima del vaccino.

11. Altri temi regionali di rilievo. A parere dei Verdi ci sono alcuni temi di particolare interesse, per il Parmense e non solo, che sono rimasti fuori dal programma regionale della coalizione di centrosinistra e che sarebbe opportuno recuperare in questa fase. La tutela della biodiversità  deve essere affrontata in modo più deciso, definendo nuovi compiti, obiettivi e risorse adeguate agli Enti creati con la L.R. 24/2011, fra cui i Parchi del Ducato. Anche a seguito del dibattito scientifico e della sua ricaduta sulle scelte politiche a cui si è assistito nel corso della recente crisi sanitaria, è opportuno rendere più efficace il sistema di controllo e monitoraggio ambientale (ARPAE) e stabilire verso i cittadini l’autorevolezza necessaria a consentire un confronto tra opinioni basato su informazioni e dati, la cui validità  sia condivisa e riconosciuta da tutti i portatori di interesse.


Parma, 26 aprile 2020

Verdi di Parma ““ Europa Verde
I portavoce
Ximena Malaga Palacio
Enrico Ottolini


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