Europa Verde: la Regione Emilia-Romagna respinga gli attacchi della destra al Green Deal

Pubblicato da Enrico Ottolini il

Mentre la destra di governo continua ad attaccare il Green Deal e la legge europea sul clima, i Verdi si appellano alla coalizione di centro sinistra, in nome dei principi condivisi, affinché le politiche ambientali continuino ad essere tra i principi fondanti della coalizione che oggi governa l’Emilia-Romagna.

Il Green Deal europeo viene definito “ideologico” dalla stessa destra di governo che definisce ideologico anche l’antifascismo, il multiculturalismo, i diritti civili e l’accoglienza degli stranieri. Al contrario è decisamente ideologica e travestita di finto pragmatismo, la posizione di chi oggi continua a difendere le fonti fossili, un modello di sviluppo superato ed incapace di guardare con decisione al futuro. Anche il concetto di “neutralità tecnologica” è un modo per sottrarre alla politica la possibilità di indirizzare lo sviluppo economico nella direzione ritenuta migliore per la collettività e per la competitività delle imprese.

Il governo Meloni se la prende in particolare con il sistema europeo di scambio di quote di emissione (ETS): un modello concordato a livello internazionale per migliorare l’efficienza energetica delle aziende attraverso l’allocazione delle quote emissive; uno dei pochi meccanismi che genera risorse per la transizione energetica e la decarbonizzazione. Si tratta di risorse che vengono reinvestite nell’innovazione delle aziende e di cui hanno beneficiato numerosi progetti presentati anche da imprese operanti sul territorio emiliano-romagnolo.

Purtroppo, una parte consistente del mondo politico e alcune importanti organizzazioni di categoria hanno assecondato una certa inerzia del mondo produttivo, frenando proprio sull’innovazione dei modelli di produzione e di consumo, e ostacolando una piena riuscita del meccanismo ETS, che oggi viene criticato per la scarsa efficacia. La delocalizzazione delle imprese italiane può solo aumentare, se si continua a non cogliere le opportunità date dall’ETS e a non affrontare le vere cause del costo dell’energia, legata ancora alle fonti fossili e al prezzo del gas.

Fotovolatico ed eolico sono oggi le fonti di energie di gran lunga meno costose. Sviluppare le rinnovabili significa non solo ridurre le emissioni, ma anche abbattere le bollette con fonti di produzione autonoma e nazionale. Il problema vero è che il prezzo dell’energia elettrica è ancora legato a quello del gas e ad oneri impropri che gravano sulle bollette, come sottolineato quest’anno anche dal Piano di azione per l’energia a prezzi accessibili della Commissione Europea. Nel pieno della crisi dei prezzi il governo Sanchez ha imposto in Spagna un tetto al prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica, che ha consentito di tenere bassi i prezzi all’ingrosso.

I prezzi non sarebbero più bassi con nuovi impianti per l’estrazione di gas italiano, disponibile in quantità molto scarse, con costi estrattivi fuori mercato e vari problemi come quello della subsidenza. Se ci sono risorse per investimenti, è decisamente più produttivo metterle sulle fonti rinnovabili, anche per colmare il grave ritardo della Regione Emilia-Romagna nella riduzione delle emissioni, oggi inchiodata ad un misero 6,5%.

Il Green Deal non è ideologico, ma lungimirante e basato su dati reali, confermati dal mondo scientifico. Se c’è polarizzazione politica è per l’ostinazione di alcuni nel continuare a contrapporre sviluppo e transizione, mentre la transizione è l’unica strada per uno sviluppo durevole. I problemi del Green Deal derivano da una sua applicazione troppo parziale, troppo timida e contraddittoria. Anziché inseguire la destra nella sua narrazione negazionista, la sinistra oggi deve chiedere che alla transizione siano dati lo spazio e le risorse adeguate, sottraendole ai sussidi dannosi per l’ambiente. E rifiutare nettamente l’approccio falsamente pragmatico di chi nega il cambiamento climatico e pensa di poter competere sui mercati mondiali con un’economia basata sul fossile.

Tra pochi giorni proprio in Emilia-Romagna, a Rimini, avremo la fiera Ecomondo, a conferma di come le imprese capaci di cogliere le occasioni date dal Green Deal, trovano occasioni concrete di sviluppo, di business e di competizione. Europa Verde auspica che la Regione sappia essere all’altezza delle sfide che da vari anni Ecomondo ci propone, continui a sostenere le imprese virtuose e non illuda quelle meno virtuose che sia possibile uno sviluppo senza cambiamento.


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