Centri di Recupero per gli Animali Selvatici: “Regione e Province garantiscano le risorse”
“In questi tempi di tagli ai bilanci degli Enti locali e di spending review, l’ambiente e gli animali vengono sacrificati per primi sull’altare del pareggio di bilancio. Non posso che associarmi all’appello lanciato dalle Associazioni e dagli Enti parco che gestiscono i Centri di Recupero per gli Animali Selvatici (CRAS) che dal prossimo anno rischiano di non ricevere più alcun finanziamento pubblico per le loro preziose attività di soccorso e cura della fauna selvatica.”
La consigliera regionale ecologista Gabriella Meo interviene così in seguito alla risposta ad una sua interrogazione sul funzionamento dei CRAS nella nostra regione.
“Poiché la detenzione di esemplari di fauna selvatica è vietata per legge ““ continua Meo ““ chi trova un animale selvatico ferito o in difficoltà deve consegnarlo a un CRAS, una struttura attrezzata ed autorizzata che ha la funzione di detenere, curare e riabilitare gli animali, allo scopo di liberarli qualora ne sussistano le condizioni o di detenerli in via permanente nel caso essi risultino irrecuperabili.”
“Ogni anno la Regione assegna alle Province i fondi per la realizzazione di tutte le attività e gli interventi in materia faunistico-venatoria. Sta poi alle Province scegliere se e quali CRAS finanziare fra i 12 regolarmente autorizzati in Emilia-Romagna. Dai dati fornitimi dall’Assessore Rabboni risulta che attualmente sono 4 le Province che non spendono un euro per i CRAS: Piacenza, Forlì-Cesena, Reggio Emilia e Ravenna.”
“Fra le Province virtuose, invece, quella che investe di più nel recupero della fauna selvatica è Modena con 70.000 euro, segue Ferrara con circa 32.000 euro, poi Bologna con oltre 31.000, Rimini con 30.000 e infine Parma con più di 26.000 euro.”
“Sono cifre tutto sommato minime per le numerose e impegnative attività che svolgono i CRAS ““ conclude la consigliera Meo ““ e devono essere garantite anche per i prossimi anni, in primo luogo dalla Regione, evitando ulteriori tagli al bilancio dell’Assessorato Agricoltura, ma soprattutto dalle Province la cui discrezionalità in merito è altissima.”
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