La nostra Eco ‘Rivoluzione Civile’ – Il contributo degli Ecocivici-Verdi Europei al progetto di Antonio Ingroia

DOCUMENTO PROGRAMMATICO APERTO Il documento riprende il lavoro delle sessioni programmatiche della prima Convention degli Ecologisti, Civici e Verdi “L’Italia merita di più!”. Qui di seguito esponiamo quelle che sono alcune delle proposte preliminari, che non sono esaustive, ma che vengono elencate come prima traccia sulle quali si potrà  esprimere Leggi tutto…

Cancelliamo l’acquisto degli F35

BONELLI: USARE QUELLE RISORSE PER INTERVENIRE SUL PRECARIATO I caccia bombardieri F-35 sono diventati dibattito per l’opinione pubblica al punto che il ministro per la Difesa Giampaolo di Paola, dopo aver ribadito più volte di non voler rinunciare al programma di acquisto degli aerei da guerra, ha alla fine accettato Leggi tutto…

L’ecologismo e gli ideali della Rivoluzione francese

Intervengo nel dibattito innescato dalla lucida analisi di Marco Boato sui Verdi italiani ed europei. In un mio piccolo saggio (L’albero che cade e la foresta che cresce) pubblicato sul numero di gennaio scorso della rivista “Lo straniero” e disponibile anche sul sito www.gliecologisti.wordpress.com, ho dato la mia lettura dell’importante percorso politico dei Verdi italiani in questi trenta anni. Concordo con Boato quando definisce una scelta suicida quella dei Verdi, dal 2001 in poi, di autorecludersi nella riserva indiana della cosiddetta sinistra radicale, subendo l’egemonia del bertinottismo. I Verdi dovevano stare dentro alla galassia no global ma proponendo la propria cultura ecologista. Una cultura radicalmente critica dell’esistente, ma capace di proporre soluzioni universali ai problemi del nostro tempo. Non attardarsi in un movimentismo succube di teorizzazioni antagoniste, la solita pappa se pur presentata con nuove parole dai soliti teorici degli anni settanta come Negri.

Invece la pratica dei Verdi era spesso il governo, non sempre con brillanti risultati, e l’ideologia da sinistra radicale serviva solo da bandiera. Gli elettori hanno punito la sinistra arcobaleno che si candidava ad una opposizione garantita,lasciando all’illusione maggioritaria di Veltroni la fatica del governo. Oggi Vendola ha capito la lezione e, da presidente della regione Puglia, si propone addirittura come leader di un centrosinistra di governo. Ma non basta certo aver frettolosamente aggiunto la parola ecologia tra sinistra e libertà  per poter rappresentare in modo credibile quella cultura politica verde che in Europa ed in tutto il mondo si sta affermando come proposta politica per uscire dalla crisi attuale. Una crisi economica, sociale ma soprattutto ecologica. La capacità  del pianeta di sopportare il sistema industriale è ormai al limite. (altro…)

Etica della Responsabilità 

“amare la natura per salvare noi stessi” dalla cultura dei diritti all’etica della responsabilità , di Paolo Galletti.

“investi nel millennio,pianta una quercia”
(Wendell Berry)
“ La terra ci è data in prestito dai nostri figli”
(primo incontro dei verdi italiani a Pescara 1986 )

La dichiarazione dei diritti umani del 1948 resta un punto di riferimento ancora largamente inattuato nel mondo.

Ma oggi la crisi mondiale della società  tecnologica ed industriale ci pone di fronte alla necessità  di una nuova etica adeguata ai tempi che corrono.

Il rischio reale di catastrofi indotte dallo sviluppo industriale e dagli stili di vita dominanti mette a rischio la
stessa sopravvivenza della specie umana o comunque drastici cambiamenti peggiorativi nel suo modo di vivere sul pianeta.
Il tema di un’etica ecologica si pone con urgenza e molti filosofi,teologi,religiosi,sociologi,scienziati lo hanno affrontato perlomeno fin dagli anni ottanta del secolo scorso. In particolare Ivan Illich oggi merita una rilettura.
Personalmente ricordo Rudolf Barho, esponente dei Grunen
tedeschi,ex dissidente,comunista democratico, della Germania Est, a Milano alla fine degli anni settanta parlare di superamento della coscienza di classe per LA COSCIENZA DI SPECIE.

Alla base di una nuova etica ecologica, che chiamerei etica della responsabilità , c’è questa ovvia ma rimossa consapevolezza: far parte della specie umana.
(“Restiamo umani” è stato nelle scorse settimane il richiamo di un testimone caduto per la pace in Palestina.)
Di più : la consapevolezza che la specie umana può continuare a vivere sul Pianeta Vivente se non altera, in maniera irreversibile i complessi equilibri dei cicli bio-geo-chimici naturali che rendono possibile la sua permanenza sulla Terra.
Di qui nasce il principio responsabilità ( Hans Jonas). Conservare il vivente per le future generazioni.
Di qui il concetto di Limite: una autolimitazione del proprio potere di trasformazione degli equilibri naturali per garantire un futuro alla specie.
Di qui la necessità  di una Conversione Ecologica delle attività  umane per tirare il freno di emergenza, evitando le catastrofi e cercando un atterraggio morbido per la macchina impazzita dell’industrialismo( Alexander Langer).
Il principio responsabilità , individuale e collettivo, culturale e politico, è oggi necessario per garantire un futuro.
La teoria del progresso ,dello sviluppo, dei diritti illimitati
non è adeguata ai tempi.
Questo non significa tornare a prima degli ideali della rivoluzione francese ( Libertà ,Uguaglianza,Fraternità )
ma renderli adeguati ai tempi.
Senza la salvaguardia dei beni comuni ( acqua ,aria, terreno fertile, mare pescoso, energia pulita) questi ideali sono impossibili da realizzare.

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Promuovere forme di democrazia partecipativa come regola permanente di governo municipale

articolo di Gabriele Bollini pubblicato su Terra di giovedì 5 maggio 2011

Qualche anno fa la Rete del Nuovo Municipio -un’associazione nazionale cui aderiscono diversi Comuni italiani insieme a istituti, laboratori e ricercatori universitari, associazioni e movimenti- rivolgeva ai candidati delle elezioni amministrative un appello sui temi della democrazia partecipativa come regola permanente di governo. Un appello che i candidati Verdi di Bologna nella lista “Con Amelia per Bologna” riprendono e rilanciano nel proprio programma elettorale, impegnandosi, se eletti in Consiglio Comunale, a portarne avanti l’attuazione.

La crescita del protagonismo sociale nelle mobilitazioni locali e nazionali, e la forte domanda di partecipazione, la diffusione di esperienze di partecipazione nelle forme e negli ambiti più diversi (bilanci partecipativi, Agende 21 locali, laboratori di urbanistica partecipata, contratti di quartiere, consulte specifiche, piani strategici, progetti Urban, patti territoriali, progetti integrati di sviluppo locale, gruppi di azione locale, contratti di fiume, ecc), che si accompagna alla crisi di rappresentanza degli istituti di democrazia delegata, alla disaffezione al voto, alla crescita di politiche individualistiche di desolidarizzazione sociale e di esaltazione del mercato, ha reso questi strumenti fondamentali per ricostruire in controtendenza legame sociale attraverso la ricostruzione di un rapporto fra bisogni sociali e istituzioni, per restituire spazio pubblico di decisione sui destini della città  e del territorio, per includere gli interessi dei più deboli, dei migranti, delle diversità  culturali nel progetto di futuro della comunità  locale. (altro…)

Civis, pastrocchio alla bolognese

indagato per corruzione anche l’ex sindaco Guazzaloca

di Paolo Galletti (dal quotidiano TERRA del 7 aprile 2011)

1984: i bolognesi votano in massa per chiudere il centro storico alle auto.

1994: i Verdi entrano in giunta a Bologna e istituiscono le corsie riservate ai mezzi pubblici e, con il progettista svizzero Hussler, padre del tram di Zurigo,progettano, con il consenso bypartisan del mondo politico,una tramvia veloce di superficie di modello europeo. (altro…)