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E’ iniziata a Bologna la grande partita della “valorizzazione” delle aree ex militari

Ridurre il consumo di suolo non significa solo tutelare le aree rurali, significa anche utilizzare meglio le aree già  urbanizzate per soddisfare in queste le nuove esigenze di usi urbani. È sul tappeto, in molti comuni e non solo a Bologna, una questione che può essere un rivelatore efficace della volontà  di consumare meno suolo: le dismissioni delle caserme, attribuite dall’amministrazione militare al demanio, e da questo in corso di trasferimento ai Comuni. Si tratta di oltre duecento caserme e complessi ex militari, che i comuni sono invitati a dare in concessione per 50 anni. Commentando l’avvenimento e dandogli il via, nel 2007, Romano Prodi disse che “nella città  si inseriscono scenari diversi, talmente grandi da farle cambiare aspetto”. Il Direttore dell’Agenzia del Demanio affermò che “si apre un percorso nazionale che vedrà  la collaborazione tra pubblico e privato, che sarà  chiamato ad investire per valorizzare aree cittadine che tornano così alla collettività “.

Che cosa possono fare i Comuni? Possono pensare di guadagnare qualche soldo svendendo ingenti beni comuni, trattando col miglior offerente e promettendo, in cambio di molti euro, destinazioni d’uso lucrose per i nuovi possessori; i fabbisogni sociali insoddisfatti diventeranno allora l’occasione per occupare nuove porzioni di terreno extraurbano. Oppure possono invece utilizzare le caserme per soddisfare le necessità  di attrezzature pubbliche e d’uso pubblico, di verde urbano, di edilizia sociale, evitando così di urbanizzare nuove aree rurali; cercheranno allora, prima della trattativa con gli immobiliaristi, il consenso dei cittadini su progetti urbanistici basati su un rigoroso calcolo dei fabbisogni insoddisfatti.

Nella realtà  accade che “¦. (altro…)

Gli Alberi di Avatar

articolo da “Terra”

AVATAR FINANZIA CON 10.000 DOLLARI LA PIANTAGIONE DI ALBERI A SAN GIOVANNI IN PERSICETO

Il Comune di San Giovanni in Persiceto (27.000 abitanti, in provincia di Bologna) ha ricevuto un contributo di 10.000 dollari dalla associazione americana Earth Day Network nell’ambito dell’iniziativa “Avatar Home Tree” per mettere a dimora un milione di alberi entro il 2010.

Unico per l’Italia, questo Comune sarà  uno dei 15 luoghi nel mondo in cui 17 diverse organizzazioni pianteranno alberi per contrastare il cambiamento climatico e favorire la conservazione della biodiversità . A S. G. Persiceto gli alberi verranno piantati all’interno di una cassa di espansione di 105 ettari di superficie, nell’ambito del progetto di rinaturalizzazione redatto dal Comune, dalla Provincia e dal Servizio tecnico regionale di bacino.

Il 29 luglio 2010 è stato siglato l’accordo internazionale tra il Comune di S. G. Persiceto e Earth Day Network ed i lavori hanno già  avuto inizio. (altro…)

Dove c’erano le pesche

articolo da “terra” di Gianluca Baldrati

Le campagne della provincia di Ravenna hanno sempre vissuto importanti trasformazioni. Ci sono stati gli anni della barbabietola da zucchero, dei kiwi, dei peschi, che ancora oggi sono un prodotto tipico locale, ma l’ultima evoluzione dell’agricoltura bassoromagnola sembra aver preso una direzione del tutto nuova. Da Alfonsine a Massa Lombarda, da Lugo a Sant’Alberto è ormai facilissimo imbattersi in campi un tempo coltivati che vengono dedicati, oggi, all’installazione di pannelli fotovoltaici. Il meritorio impegno della Provincia di Ravenna di raggiungere, entro il 2020, il 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili non può essere messo in discussione, così come è lodevole il 15% già  raggiunto, ma questo non può giustificare tutto ciò che viene fatto. (altro…)

Hera,le accuse degli ecologisti

Un’altra HERA, la nostra era!

Campagna-vertenza lanciata dagli ecologisti dell’Emilia-Romagna

articolo da “terra” di Gabriele Bollini

HERA (Holding Energia Risorse Ambiente) è una società  per azioni, nata dall’unione di undici aziende di servizi pubblici dell’Emilia-Romagna, che gestisce i servizi di distribuzione dell’acqua, raccolta e smaltimento rifiuti, distribuzione energia elettrica e gas e ora anche servizi funerari e cremazione. È una società  di proprietà  al 51% di enti pubblici.

Gli amministratori pubblici dei comuni interessati da HERA si lavano la coscienza asserendo che HERA è una società  pubblica perché è pubblico il pacchetto di maggioranza delle azioni del capitale sociale della stessa. Ciò che omettono di dire è che quando si assegnano i servizi pubblici della collettività  ad una SpA c’è poco da dire pubblico o privato, parliamo di società  che devono rispondere al mercato e agli indici della borsa, e il cui scopo è fare utili e distribuire dividendi fra i soci. Quota di remunerazione per soci e azionisti che può essere recuperata solo sui fattori di gestione ovverosia o aumentando le tariffe o intervenendo sul costo del lavoro riducendo l’occupazione o riducendo la qualità  del servizio o aumentando i consumi delle risorse oggetto del servizio. (altro…)

I medici difendano l’ambiente

dott. Giancarlo Pizza, Presidente Ordine Medici Bologna

articolo da “Terra” di Paolo Galletti

Intervista al dottor Giancarlo Pizza
Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Bologna e della Federazione degli Ordini dei Medici dell’Emilia Romagna
Dottor Pizza, Lei,ovviamente a titolo personale,ha aderito alla costituente ecologista, Perché?
R. Perché ritengo che la protezione dell’ambiente e la sua preservazione sia un dovere deontologico di tutti i medici, che è previsto dall’articolo 5 del codice deontologico che recita proprio questo: “Il medico è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini?. “A tal fine il medico è tenuto a promuovere una cultura civile tesa all?utilizzo appropriato delle risorse naturali, anche allo scopo di garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile.Quindi tutti i medici dovrebbero occuparsi della difesa dell’ambiente.” (altro…)

il fotovoltaico su terreni agricoli

Un'immagine di repertorio di un impianto fotovoltaico a terra

Approvata risoluzione dei Verdi per regolamentare l’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione presentata dalla consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo e sottoscritta da numerosi altri per impegnare la Giunta a predisporre al più presto una norma che regolamenti la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra.

“La risoluzione ““ spiega soddisfatta la consigliera Meo ““ è stata approvata con il voto favorevole di tutti i gruppi, sia di maggioranza sia di opposizione. Ciò è molto importante perché evidenzia quanto l’occupazione di suolo agricolo da parte dei grossi impianti fotovoltaici sia considerato un problema da parte di tutte le forze politiche.” (altro…)

Tempo di Crisi

Mi permetto di segnalare un piccolo libro per l’ecologia della mente Michel Serres, Tempo di crisi,87 pagine, Bollati Boringhieri euro 10 uscito in Italia in giugno di quest’anno.,l’anno scorso in Francia. Questo filosofo francese contemporaneo ha il dono di sintesi Leggi tutto

Energia, autonomia, democrazia

Il tema dell’energia è profondamente legato alla vita delle persone e, con le nuove possibilità  offerte dalla tecnologia, interroga e sfida il modello di sviluppo delle comunità  di ciascun territorio. Per questo motivo si intreccia naturalmente con percorsi quali quello dei Gruppi d’Acquisto Solidali (GAS) e dei Distretti di Economia Solidale (DES).

Vi sono oggi nuove prospettive di mutualità , cooperazione, solidarietà  e decentramento nell’ambito della produzione, condivisione e distribuzione dell’energia, che sono state ben colte in alcune esperienze d’oltralpe (es. Schonau, D) e nel Contratto Mondiale per l’Energia (2006).

Si tratta di un tema impegnativo, anche perché impone di confrontarsi con il mercato dell’energia cogliendo le nuove opportunità  della recente legislazione (a partire dal Decreto Bersani, 1999) riguardo alla liberalizzazione, alle possibilità  di controllo democratico della filiera, al cooperativismo energetico di auto produzione e auto consumo, all’incentivazione delle fonti rinnovabili, ed in generale riguardo alle potenzialità  che le nuove tecnologie potranno dare ai piccoli utenti per diventare soggetti attivi nella gestione del sistema elettrico, come già  succede nelle reti informatiche.

Per esempio, la liberalizzazione del mercato dell’energia (dal luglio 2007), consente la costruzione di uno scenario quanto mai interessante, in cui il cittadino ha la possibilità  di scegliere il proprio fornitore, e di sceglierlo non solo in base a calcoli esclusivamente economici, ma facendo riferimento a valori etici, solidali ed ecologici. Finalmente possiamo essere utenti attivi nella scelta delle sorgenti di approvvigionamento: è possibile cioè decidere la provenienza dell’energia elettrica in modo da appoggiare, per esempio, le produzioni da fonti rinnovabili. Inoltre è ora possibile, anche per singolo cittadino, produrre energia elettrica da pannelli fotovoltaici o da altre fonti rinnovabili ed utilizzare la rete pubblica come contenitore compensativo e distributivo: vendo quella che produco e compro quella di cui ho bisogno. E’ possibile quindi gettare uno sguardo verso un futuro di liberazione dalla dipendenza energetica (fino ad oggi prodotta in modo centralizzato con risorse fossili, non rinnovabili), rispettando al contempo i valori etici. (altro…)